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giovedì 31 luglio 2008

Università “No al 3+2”

Ne “Il Messagero” del 14 luglio ’08 è stata pubblicata un’intervista al nuovo ministro della Pubblica Istruzione dove tra le altre cose si può leggere che il modello del “3+2” non ha avuto il successo sperato e che probabilmente sarà necessaria una nuova trasformazione. Siamo quindi passati da un vecchio ordinamento, che era già stato modificato in alcuni suoi aspetti, ad un nuovo ordinamento che purtroppo non ha visto grandi successi. Ed ora già dal prossimo anno accademico si passerà al nuovissimo ordinamento (sempre basato sul “3+2” ma con caratteristiche del vecchio ordinamento) ed ora ci viene detto che il modello applicato negli ultimi anni non ha funzionato.

Mi fa venire voglia di rivalutare il mio pensiero sul CEPU.
Purtroppo gli studenti che sono iscritti, o che si iscriveranno, il prossimo anno accademico si troveranno con il nuovo ed il nuovissimo ordinamento contemporaneamente, basati su un modello che io personalmente non reputo sbagliato ma che verrà modificato tra poco. Il fallimento, se cosi lo vogliamo intendere, del modello del “3+2” è, come al solito in questo nostro paese, non colpa del modello in se ma di come questo è stato accolto e sfruttato dalla società. I laureati triennali o "junior" , tranne in alcuni casi eccezionali, vengono considerati dalle società come dei diplomati un pò più vecchi. Le loro competenze non vengono sfruttate realmente nel mercato del lavoro, ma sono svendute ,se si è fortunati, allo stesso livello di un diplomato.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, posso tranquillamente dire di conoscere diplomati molto più preparati e competenti di laureati (nuovo o vecchio ordinamento).
Sapere già quando si inizia l'università che non si verrà considerati nel mondo del lavoro, se non si terminano tutti i 5 anni, semplicemente lo trovo svilente. Sapere poi che si inizierà con un ordinamento che viene già considerato non qualificante mi fa pensare solo ad una cosa... che non posso scrivere.

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